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Immagine del redattoreCarla Carinci

Le ali di un progetto (solo per donne con un sogno da realizzare)

Aggiornamento: 20 nov

«Tra molti anni, davanti allo schermo di un computer, la web designer Carla Carinci si ricorderà del giorno in cui ha scritto il primo articolo di questo blog».


Mi piace immaginare questa scena nei dettagli, perché se accadrà sul serio vorrà dire che oggi, 16 settembre 2024, è effettivamente avvenuto che io questo articolo l’abbia scritto e pubblicato, dandolo così alla luce. Che oggi quindi sia il suo primo giorno di vita.


In realtà questo blog è un secondogenito. Il primo nacque quando ancora non avevo deciso di dedicarmi principalmente alle professioniste che si occupano di coaching e crescita personale, e in generale alle donne creative in cerca di una presenza digitale. All’inizio, perché c’è sempre un inizio, pensavo di occuparmi di siti web per piccoli imprenditori, senza distinzioni, e lo stile del blog era asettico, professionale, mirato a spiegare perché un imprenditore – maschio o femmina o quello che volete, giovane o maturo – dovrebbe assolutamente avere una presenza online. Il povero blog morì prematuramente, e il mio sito web, che si chiamava Mediaverso, spirò insieme a lui. Perché stava nascendo WOMENonline PROJECT, e io dovevo dedicarmi a questa nuova creatura. La vita purtroppo è crudele.


La verità è che all’inizio di un progetto è difficile definire tutti i piani. All’inizio è sempre come avere vent’anni, e a vent’anni si è stupidi davvero, come diceva il cantautore. Nella fattispecie, io ho fatto l’errore di pensare di poter rivolgermi a tutti. Di ritenere che il mio amore per il web design e la sicurezza del fatto che un sito web è indispensabile a chiunque svolga un’attività in proprio sarebbero bastati per diffondere il mio messaggio di fede e speranza ovunque. Insomma, mi sentivo fremere come un devoto pellegrino del ’300.


Tuttavia, il povero viandante, benché animato dalla potenza della grazia, ha fatto presto una brutta fine. Mi sentivo troppo fiacca per peregrinare a casaccio. Mi serviva uno straccio di mappa, un viatico, una strada segnata per benino. Mi serviva un perché grosso come una casa.


Pensa che ti ripensa, sono arrivata alla domanda delle domande, e da quella alla risposta. Io non voglio predicare il verbo urbi et orbi: a me interessa aiutare qualcuno che conosco, che conosco molto bene. Un’altra donna come me. Una che ha a cuore il benessere e la salute fisica e mentale, la sostenibilità psicologica e ambientale, e ha fatto di questo valore un lavoro. Una che sta cominciando ora la sua avventura professionale e ha bisogno di visibilità. Una che ha un talento, o magari una passione, che è stato a lungo mortificato e messo da parte. Una che per questi obiettivi si è fatta un mazzo così, e oggi non ha più tempo, voglia e pazienza di rimandare ancora. Una a cui voglio far capire che il suo progetto può mettere le ali e volare, e che io, queste ali, posso fabbricarle con un sito web.


Quindi ho disegnato la mia mappa, creato un nuovo sito, e ora poso con dolcezza sul sentiero il mio blog secondogenito, che è già più sveglio del primo, e sa dove vuole arrivare. Tra molti anni, davanti allo schermo di un computer, lo vedrò camminare diritto e sicuro.


Per ora sappi solo che a te, che elabori strategie di miglioramento per la vita dei tuoi clienti, che offri motivazione e sostegno, che insegni pratiche che rendono meno faticoso il nostro cammino, io posso offrire sul web quella «stanza tutta per sé» di cui parla Virginia Woolf. Che a te, che insegni yoga in riva al mare al tramonto facendoci respirare insieme alle onde, va il mio pensiero della settimana.




mental coach

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